| Dal 1992 in Italia sono aumentati i delitti commessi dai minori, delitti che hanno subito anche una trasformazione 'qualitativa'. Il terreno fertile della criminalità minorile è senz'altro il bullismo contro il quale non esistono ancora misure adeguate, anche a causa della presenza sporadica e superficiale delle famiglie nel processo educativo dei figli, fino a diventare, a volte, addirittura complici delle loro gesta: questa la fotografia sconcertante descritta dal Centro Studi dell'«Associazione Matrimonialisti Italiani» per la tutela delle Persone, dei Minorenni e della Famiglia che ha diffuso i dati di un'indagine sul disagio minorile realizzata in collaborazione con associazioni pediatriche su un campione di oltre 2.500 minori. Un quadro preoccupante, quello di un'adolescenza a rischio che commette sempre più reati ma che è anche sempre più vittima, se si pensa che dal 1992 al 2006 si è passati dall'1,4 % al 4 % di vittime di età inferiore ai quattordici anni.
Una delle cause principali dell'aumento di atteggiamenti spavaldi, di disagi o di reati, anche a sfondo sessuale, tra minori infra-quattordicenni è, secondo gli avvocati matrimonialisti, l'elevato numero delle separazioni e dei divorzi: «la famiglia è molto cambiata, si è trasformata, dal 1995 al 2005 le separazioni sono aumentate del 57,3 %, i divorzi del 74 %: in queste famiglie l'80,7 % dei bambini vive con un solo genitore. E non è tutto. Il 61,4 % delle donne che ha subito violenze in famiglia ha dichiarato che i figli hanno assistito ad uno o più di questi episodi» afferma Gian Ettore Gassani, presidente dell'Ami.
Non è però la decisione di rompere un matrimonio la causa scatenante del disagio giovanile quanto, piuttosto, la cattiva gestione del processo che porta alla separazione e al divorzio. Venendo a mancare un punto di riferimento centrale e indispensabile, il minore passa da una insicurezza ed instabilità emotiva ad atteggiamenti di prevaricazione per dimostrare a se stessi e agli altri di essere coraggioso, grande, leader.
La gara nella trasgressione e nella mancanza di rispetto per ogni forma di autorità sembra contagiosa e inarrestabile: alla famiglia, nucleo primario sia della vittima che del suo persecutore, il compito di riappropriarsi di un ruolo significativo nell'educazione alla convivenza civile.
Sacha Lunatici
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